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ourview

Viviamo in un’epoca in cui l’arte è diventata vetrina. Un’immagine perfetta, già incorniciata. Ci viene mostrato solo il risultato finale: il quadro finito, il brano mixato, l’oggetto confezionato. Ma ciò che resta nascosto – il dubbio, la sperimentazione, la lotta interiore, i mille tentativi – è proprio ciò che rende ogni opera viva. I social hanno trasformato la creatività in contenuto. Il tempo si è ristretto, la profondità si è appiattita. Creare è diventato pubblicare, condividere, monetizzare. Ma l’arte non nasce in funzione di un algoritmo. Nasce nel silenzio, nella fatica, nel tempo lungo. E tutto questo scompare in un mondo che chiede solo l’output, mai il percorso. Il mercato creativo è saturo di immagini, suoni, prodotti. Ma povero di verità. OURVIEW nasce per riportare lo sguardo dove oggi manca: sul processo. È un progetto audiovisivo che documenta la nascita dell’arte. Non attraverso parole, non con spiegazioni. Ma lasciando che sia il gesto, il segno, il suono, il movimento a raccontare. L’artista non deve parlare: deve fare. E il fare, finalmente, viene reso visibile. OURVIEW vuole restituire valore al tempo, alla ricerca, all’imperfezione. Vuole rompere la patina del risultato finale e mostrare ciò che c’è prima. Perché ogni bozza, ogni errore, ogni fase intermedia contiene già tutta l’anima dell’opera. OURVIEW è uno spazio per ciò che normalmente resta invisibile. Un atto di resistenza in un mondo che corre. Un invito a guardare con attenzione. A tornare all’essenza. Non vogliamo solo far vedere l’arte. Vogliamo far vedere come nasce, cresce, cambia. Vogliamo far vedere cosa c’è prima. Questo è il nostro manifesto. Questo è OURVIEW.

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